Cresta del Leone

Il Cervino tra le nuvole.
E’ arrivato il momento del Cervino. Io e David percorreremo la Cresta del Leone, la via italiana. Abbiamo prenotato il bivacco Carrel il 29 luglio per scalare il Cervino il 30. Le previsioni però indicano che giovedì 29 è l’unico giorno completamente sereno della settimana. Immagino che spostare la prenotazione sia un’impresa ardua… non saremo gli unici ad averle consultate e il Cervino è una montagna molto gettonata. Faccio comunque un tentativo e provo a chiamare… il responsabile delle prenotazioni mi dice che c’è posto anche il 28, non perdo tempo e confermo! Al telefono mi informa che la salita non è in buone condizioni perché la cresta è carica di neve e andrà percorsa tutta con i ramponi. Quest’anno non è una novità. Partiamo abbastanza presto e ci dirigiamo a Cervinia esattamente dove ero sceso con Roberto dal Monte Rosa qualche giorno prima. Io salirò a piedi. Poiché sta piovendo, David decide di prendere la funivia fino a Plan Maison. Gli lascio il mio zaino e ci diamo appuntamento all’arrivo della funivia, cinquecento metri più in alto. Indosso il guscio e parto, fortunatamente la pioggia mi accompagnerà per poco. A Plan Maison decidiamo di non indugiare troppo per evitare di bagnarci e ci incamminiamo verso il rifugio Duca degli Abruzzi. Ci fermiamo per una fetta di torta e una Coca Cola. Da qui al bivacco Carrel il percorso è ancora abbastanza lungo. Superati i primi risalti rocciosi iniziano i nevai. Nascondiamo le scarpe da ginnastica e i bastoncini sotto alcuni sassi e calziamo scarponi e ramponi.
Bivacco Carrel.
Si passa sotto la Testa del Leone, qualche roccetta ancora e le faticose corde fisse che portano fin sotto al bivacco. Il bivacco Carrel si trova a 3830 m, è dotato di un dormitorio con una quarantina di posti, un locale comune per mangiare con un piccolo fornello e un locale per le guide. Cena a base di buste liofilizzate, prepariamo gli zaini e andiamo a dormire. Nel bivacco fa abbastanza freddo e, nonostante le coperte, ci corichiamo vestiti pesanti. Partenza prevista 4:30. La Cresta del Leone è una salita storicamente importante e sostanzialmente ricalca la linea della prima salita per questo versante da parte di Carrel il 17 luglio 1865, tre giorni dopo la prima ascensione al Cervino effettuata da Whymper lungo la cresta dell’Hornli dal versante svizzero. Molti punti della salita hanno un nome, segno di quanto celebre sia questo percorso.
La mattina al bivacco c’è il consueto fermento per la colazione e i preparativi. Partiamo assieme ad altre cordate. La prima è composta da una guida di Cervinia con cliente. Certamente un buon aiuto avere davanti qualcuno che conosce bene l’itinerario! La Cresta del Leone presenta molti tratti attrezzati con corde fisse per facilitare la salita dei tratti più impegnativi. La prima, chiamata Corda della Sveglia, si trova poco oltre il bivacco e aiuta a superare un tratto verticale con l’ultimo tratto strapiombante.… indubbiamente dà una bella sveglia!
Panorma dalla balconata del bivacco.
Come ci aspettavamo la salita non è in condizione. C’è tanta neve e molti tratti su roccia sono coperti da verglass. Il percorso è decisamente vario e parti di arrampicata si alternano a tratti in cresta, torrioni e risalti da superare in salita e in discesa. Scavalchiamo il Pic Tyndal, anticima del Cervino. L’ultimo tratto della salita è abbastanza verticale e attrezzato con numerose corde fisse particolarmente faticose. Questo tratto è una variante del percorso classico: l’anno scorso un crollo ha reso inagibile il tratto attrezzato con una scala metallica, la Scala Jordan.
In cima al Cervino.
Con un ultimo esposto tratto nevoso arriviamo alla croce di vetta. La cima è piccolissima e quest’anno è completamente ricoperta di neve. Al rientro guarderò alcune fotografie e video di salite fatte l’anno precedente nello stesso periodo… sembra un’altra montagna, pochissima neve e i ramponi necessari solo per brevi tratti! Facciamo qualche foto e iniziamo la discesa che già immaginiamo essere lunga… e così si rivelerà. Ci muoviamo con prudenza facendo parecchie calate in doppia, proteggendo spesso la conserva e prestando molta attenzione nei tratti esposti. Forse eccessiva prudenza e questo dilata i tempi di discesa tanto che rientriamo al bivacco Carrel con il buio. Durante la discesa, probabilmente per il freddo, la frontale di David dà forfait… sarà la luna a dargli una mano nella discesa! Come la notte precedente ci copriamo per bene e ci infiliamo a letto… ci addormentiamo all’istante.
Ci alziamo con calma e mentre prepariamo gli zaini per scendere chiacchieriamo con la guida che custodisce il bivacco. Ci informa che quest’anno relativamente poche cordate sono salite in cima al Cervino, le condizioni sono decisamente invernali e il meteo ha concesso pochi giorni sereni. Anche se non siamo stati rapidi, siamo soddisfatti per aver scalato una montagna impegnativa in condizioni difficili. Il cielo si sta coprendo, è ora di incamminarsi: qualche calata in doppia lungo le corde fisse sotto il bivacco, i nevai, recuperiamo scarpe e bastoncini, i risalti rocciosi e in lontananza appare il rifugio Duca degli Abruzzi… in questa estate bizzarra il meteo non dà tregua… grandine e acqua ci accompagnano fino al rifugio. Panino e Coca Cola sono più che meritati. Il temporale si fa sentire, il Colle del Teodulo, la Testa Grigia e il Piccolo Cervino sono completamente coperti da nuvoloni neri… io dovrei rientrare a Tasch, ma con questo tempo non è una buona idea incamminarsi verso i 3296 m del Colle del Teodulo. Il rifugio Duca degli Abruzzi è decisamente accogliente, la cucina promette bene, le stanze hanno la doccia in camera, Erio arriverà tra un paio di giorni per i Mischabel… la decisione è quasi scontata… mi fermo una mezza giornata al Duca degli Abruzzi. Cerco di convincere David a fare altrettanto, ma preferisce rientrare a casa. Appena diminuisce la pioggia si incammina verso Cervinia, mi informerà che la tregua dura poco e arriverà alla macchina completamente bagnato!
Rifugio Duca degli Abruzzi.
Il Cervino.

Il rifugio è veramente confortevole e la mattina è quasi un peccato partire. Mi dirigo verso il Colle del Teodulo, il valico che collega la Valtournenche con la valle di Zermatt. Dal colle scendo un tratto del ghiacciaio del Teodulo fino a Trockener Steg, punto di arrivo delle funivie che salgono da Zermatt. Carico lo zaino in funivia e scendo rapidamente verso Zermatt lungo il panoramico sentiero che qualche giorno prima avevo percorso in salita con Elena per raggiungere Roberto al Rifugio Teodulo per scalare il Monte Rosa. Da Zermatt poi al campeggio di Tasch. Guardo il GPS… quasi 29 chilometri!

Francesco
Diario

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